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Pubblicato il 1 luglio 2025

Equità

Non tutti sono toccati in ugual misura da una pandemia. La vulnerabilità dei gruppi di persone è determinata da fattori fisici, sociali, psichici e cognitivi. La risposta a una pandemia è efficace se non si limita a raggiungere un numero elevato di persone il più rapidamente possibile e non lascia indietro nessuno.

Equità e vulnerabilità

Ognuno deve avere le stesse possibilità di migliorare, preservare e, se necessario, ristabilire la propria salute. Questo principio vale anche in una pandemia. Una pandemia non colpisce tutti in ugual misura. Vi sono persone e gruppi di persone che hanno minori possibilità e risorse per affrontare le sfide di una pandemia e preservare la propria salute. Per questo si definiscono vulnerabili.

Le persone o i gruppi di persone vulnerabili hanno un rischio più elevato di contrarre infezioni o di ammalarsi, di subire un decorso più grave della malattia e ripercussioni negative sulla propria salute e sul proprio benessere, incluse le conseguenze a lungo termine (v. Conseguenze).

La vulnerabilità dipende da diversi fattori, tra cui limitazioni e risorse di natura fisica (stato di salute generale, predisposizione genetica), sociale, cognitiva e psichica. A seconda di come questi fattori si manifestano e interagiscono (si sommano o si potenziano tra loro), la salute di determinate persone o di gruppi di persone può risentire di più di una situazione di pandemia. Per esempio, chi vive o lavora in stretto contatto con altri riesce più difficilmente a proteggersi da un’infezione. Coloro che hanno difficoltà a comprendere le informazioni e le misure sanitarie (per ragioni linguistiche o cognitive) oppure che non si sentono interpellati dalle informazioni o dalle misure, si proteggono meno o incontrano ostacoli nell’accesso alle cure. Le persone affette da patologie preesistenti possono essere più suscettibili a un decorso grave dell’infezione.

Il seguente approccio contribuisce ad attuare l’equità sanitaria anche in una situazione di pandemia:

  • fase 1: analisi per individuare le persone particolarmente vulnerabili e comprenderne i motivi
  • fase 2: verificare se e quali misure di prevenzione e assistenza sono utili anche alle persone vulnerabili e come devono essere adeguate
  • fase 3: nel monitoraggio delle misure rilevare e analizzarne l’impatto sui gruppi vulnerabili della popolazione e sulla loro salute

Fase 1: analisi della vulnerabilità

La vulnerabilità può manifestarsi in varie forme. In una prima fase, si analizzano i gruppi di persone particolarmente vulnerabili in una situazione pandemica e i motivi della loro vulnerabilità.

Ai fini dell’analisi può essere considerata la seguente descrizione, non esaustiva, dei principali fattori di vulnerabilità, la cui rilevanza può cambiare a seconda del patogeno e nel corso di una pandemia. Possono subentrare anche nuovi fattori di vulnerabilità. La maggiore vulnerabilità può essere determinata da singoli fattori, ma soprattutto dall’interazione tra loro.

  • I fattori di vulnerabilità fisica si riferiscono alla suscettibilità dell’organismo a contrarre malattie, subire lesioni o limitazioni. Riguardano, per esempio, le persone affette da immunodeficienza e malattie croniche oppure gli anziani e i bambini.
  • I fattori di vulnerabilità psichica spiegano la suscettibilità di una persona nei confronti di malattie psichiche, sovraffaticamento o tensioni emotive, il che limita le sue possibilità di fare fronte a situazioni di stress in una pandemia.
  • I fattori di vulnerabilità cognitiva consistono in limitazioni cognitive (p. es. demenza o deficit cognitivi) che rendono le persone meno capaci di affrontare situazioni e misure insolite nel corso di una pandemia.
  • I fattori di vulnerabilità sociale si riferiscono alla predisposizione a subire problemi di salute o a trovarsi in condizioni di bisogno a causa della discriminazione sociale o dell’emarginazione. I fattori sociali hanno un’influenza decisiva sulla salute. Dipendono dal contesto politico e sociale e possono essere scarsamente influenzati dai singoli individui. La lista di controllo «Gestione di una pandemia: principali fattori di vulnerabilità sociale» enumera i fattori e descrive il loro impatto sulla salute in una situazione pandemica.

Fase 2: misure adeguate ai gruppi destinatari

Una volta individuati i fattori di vulnerabilità e le persone o i gruppi di persone direttamente interessati, è necessario verificare se le misure previste sono utili per loro, ossia se sono adatte ai destinatari. Occorre inoltre analizzare se le misure non penalizzano altre persone o gruppi di persone.

Le misure esistenti devono essere adeguate in modo da considerare per quanto possibile le esigenze, le condizioni di vita e le possibilità delle persone/dei gruppi vulnerabili. Per esempio, le offerte di vaccinazione sono comunicate attraverso canali di comunicazione specifici per questi destinatari e sono gratuite, ossia senza partecipazione ai costi (aliquota percentuale). I processi di prenotazione sono in più lingue, facilmente comprensibili e accessibili a chiunque. La prenotazione è possibile in varie modalità e non solo per via elettronica.

Se questo non è sufficiente, vengono attuate misure specifiche per i gruppi vulnerabili della popolazione, per esempio campagne di informazione e di vaccinazione nei contesti in cui questi gruppi si trovano. I soggetti moltiplicatori, che sono in contatto con i gruppi target, si rivolgono a loro e forniscono informazioni e offerte.

La lista di controllo «Gestione di una pandemia: equità delle misure» fornisce una panoramica per adattare le misure ai gruppi di destinatari.

Fase 3: monitoraggio

Le attività di monitoraggio delle misure considerano i fattori di vulnerabilità di natura fisica, psichica, cognitiva e sociale. Analizzano le modalità con cui la pandemia colpisce i gruppi vulnerabili della popolazione, l’utilità delle misure adottate e il loro impatto su tali gruppi. I dati quantitativi sono raccolti direttamente o sono ricavati mediante collegamento con altre fonti di dati. I rappresentanti del gruppo target e i professionisti, le istituzioni e le organizzazioni che li affiancano forniscono informazioni di tipo qualitativo. Se necessario, le misure sono adeguate in base ai risultati.

Gruppi vulnerabili

A titolo di esempio sono elencati di seguito alcuni gruppi, interessati da diversi fattori di vulnerabilità.

Persone anziane

Con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di malattie non trasmissibili. Queste patologie preesistenti possono rendere le persone fisicamente vulnerabili in una pandemia. Tuttavia, le persone anziane non rappresentano un gruppo omogeneo, in quanto la vulnerabilità è data soprattutto dallo stato di salute individuale, dal bisogno di assistenza, dall’inserimento sociale, dalle risorse psicosociali o dalla situazione sociale e finanziaria. La definizione di limiti di età per determinare la vulnerabilità può portare alla stigmatizzazione o all’emarginazione nonché limitare la mobilità e i contatti sociali. È dunque importante essere consapevoli dell’eterogeneità degli ambienti di vita in età avanzata. Le misure devono essere definite coinvolgendo le organizzazioni per gli anziani.

Persone in istituti medico-sociali

Negli istituti medico-sociali le misure di protezione devono tenere conto non solo delle esigenze di autoprotezione e autodeterminazione, ma anche di protezione degli altri residenti e del personale. Definire le misure di protezione salvaguardando nel contempo il principio dell’autodeterminazione nella sfera privata richiede una costante ponderazione dei pro e contro e una buona comunicazione. È consigliabile coinvolgere le persone interessate (nel caso ideale esistono già canali o strutture a cui fare capo, p. es. un comitato dei residenti e dei familiari). Nelle misure di protezione occorre distinguere tra le cure di lunga durata per gli anziani e l’assistenza sociale di persone (spesso più giovani) con limitazioni o disabilità. Non tutti coloro che sono affetti da limitazioni o disabilità rientrano in un gruppo vulnerabile; le situazioni di vita e di assistenza sono molto diverse l’una dall’altra. I rappresentanti legali e i curatori devono poter accedere in qualsiasi momento alle persone incapaci di discernimento.

Bambini e adolescenti

I bambini e gli adolescenti non costituiscono un gruppo omogeneo (v. glossario). Hanno esigenze diverse in funzione dell’età, della fase di sviluppo, del contesto socioeconomico in cui vivono o del loro stato di salute fisica e mentale.

I bambini possono presentare una maggiore vulnerabilità fisica a causa del loro sistema immunitario non pienamente sviluppato e di particolari caratteristiche fisiologiche. Possono essere particolarmente vulnerabili anche dal punto di vista psichico e sociale, in quanto sono molto dipendenti dai detentori dell’autorità parentale e da altre persone di riferimento, come insegnanti e persone con compiti di accompagnamento e assistenza. Inoltre, sono soggetti a particolari obblighi, tra cui quello scolastico. I bambini capaci di discernimento non hanno sempre la possibilità di decidere per sé stessi, la propria salute e la propria vita e i loro diritti non sono sempre rispettati. Ai bambini e agli adolescenti che vivono in situazioni di precarietà va riservata un’attenzione particolare. I bambini hanno minori competenze per valutare le situazioni e le informazioni. Hanno anche meno risorse per gestire cambiamenti repentini nel loro contesto e nella loro quotidianità se non sono opportunamente sostenuti e accompagnati. Inoltre, la durata percepita delle restrizioni è inversamente proporzionale all’età.

Oltre a questi fattori, i bambini hanno una maggiore esigenza di movimento degli adulti a causa del loro sviluppo e della fase di crescita in cui si trovano. Gli adolescenti sentono più forte l’esigenza di contatti sociali con i loro coetanei rispetto agli adulti. I bambini e gli adolescenti sono quindi più suscettibili all’impatto delle misure di gestione di una pandemia, tra cui l’isolamento o la quarantena. Hanno il diritto di ricevere informazioni commisurate alla loro età.

Le specificità dei bambini e degli adolescenti dovrebbero essere considerate in tutti gli aspetti della gestione di una pandemia. È opportuno consultarli e coinvolgerli per evitare la stigmatizzazione, sostenere l’attuazione delle misure e promuovere la salute mentale.

Popolazione migrante sfavorita

Le persone appartenenti alla popolazione migrante socialmente svantaggiata non hanno le stesse opportunità e condizioni per tutelare o recuperare la propria salute, attuare misure o beneficiare di esse. Nella maggior parte dei casi sono colpite da più fattori di vulnerabilità sociale secondo la lista di controllo «Gestione di una pandemia: principali fattori di vulnerabilità sociale». In collaborazione con i rappresentanti della popolazione migrante, le sue associazioni e i media, le autorità nel settore dell’asilo e dell’integrazione nonché con le organizzazioni non governative, i centri di assistenza e i medici di famiglia che parlano la lingua d’origine è possibile elaborare, attuare e rendere accessibili offerte e misure commisurate ai destinatari.

Sans-Papiers

Le persone che vivono in Svizzera senza un permesso di dimora (sans-papiers) sono colpite da numerosi fattori di vulnerabilità, per esempio sono praticamente prive di protezione contro le conseguenze finanziarie di una perdita di guadagno. Molte di loro sono sprovviste anche dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. Spesso i sans-papiers rinunciano a farsi curare per paura di essere denunciati e perché non conoscono il sistema sanitario svizzero.

Il personale sanitario non è autorizzato a segnalare lo status di sans-papiers alle autorità di migrazione. L’articolo 59 della legge sulle epidemie (LEp; RS 818.101) stabilisce a quali condizioni le autorità competenti per l’esecuzione della LEp possono comunicarsi reciprocamente dati personali. La LEp non contiene alcuna base giuridica che autorizzi la trasmissione di dati ad altre autorità per fini diversi dalla sua esecuzione. Neppure la legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI; RS 142.20) obbliga a informare automaticamente le autorità di migrazione sui provvedimenti medici per i sans-papiers (art. 97 cpv. 1).

Questa sicurezza è essenziale affinché le misure raggiungano anche i sans-papiers. Inoltre, è opportuno collaborare con i servizi di consulenza e di assistenza per sans-papiers, in particolare con quelli preposti a prestare loro assistenza sanitaria.

Persone in situazioni di cure palliative

Le persone che necessitano di cure palliative per una malattia incurabile o sono in fin di vita sono particolarmente vulnerabili. Alle loro esigenze va riservata un’attenzione particolare, anche dopo un ultimo contatto con i loro congiunti. Le misure di protezione, che comprendono la protezione del personale e dei congiunti, devono essere attentamente ponderate coinvolgendo i professionisti delle cure palliative.

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